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IL progetto per il nuovo Museo Ötzi di Renzo Piano deve essere rivisto
13.06.2022
Edificio INA a Bolzano
Edificio INA a Bolzano

Il Fai, Italia Nostra e il Curatorium per i Beni Tecnici con il contributo del consiglio scientifico evidenziano carenze progettuali di natura urbanistico architettonica.

La struttura in acciaio è costituita da un cubo di dimensioni di 20 m per lato, sorretto da 4 pilastri d’acciaio alti due piani e rinforzati da tiranti diagonali. Il pianoterra del cubo è sollevato dal piano stradale dai 4 pilastri che dialogano con le betulle. Il collegamento sotterraneo del centro storico con i prati del Talvera prevede la realizzazione di un tunnel sotto via Rosmini passando per una piazza interna sovrastata dal cubo museale. Dall’analisi delle quote delle rampe d’accesso del collegamento Città storica /Prati del Talvera emerge la necessità di predisporre delle paratie mobili a protezione dal rischio idraulico. Esempi utili sono a Düsseldorf e Colonia. Dal punto di vista ecologico si riscontra una criticitá nel progetto del cubo museale in quanto la scelta dell’acciaio e il climaengineering connesso, indispensabile per il raffrescamento estivo, rendono l’edificio energivoro in contrasto con i parametri della sosteniblità. Non sembrano presi in considerazione l’energia grigia, l’impronta ecologica e i cambiamenti climatici che richiedono l’assenza delle emissioni della CO2. Le scelte progettuali risultano essere costose nella fase di realizzazione e di manutenzione. L’edificazione aperta del progetto presentato, al contrario dell’edificio INA del 1937, è in contrasto con l’alta densità urbanistica del centro storico. Potrebbe meritare una riflessione prendere in considerazione i vuoti delle corti esistenti nel lotto. Il volume museale in tal modo si avvantaggerebbe di un microclima favorevole e verrebbe protetto dai venti e dal rumore. Marcello Vittorini, urbanista, che negli anni 90 elaborò il piano regolatore di Bolzano sosteneva: “A Bolzano, nonostante le numerose demolizioni e ristrutturazioni, abbiamo ancora edifici e tessuti edilizi di qualità che costituiscono la più completa ed organica testimonianza dell’architettura e del disegno urbano degli anni Trenta-Quaranta a lungo disprezzati da una critica superficiale e faziosa ed attualmente oggetto di una più matura ed attenta riflessione”. In questa ottica si ricorda la demolizione dell’edificio che ospitava il cinema Corso, ancor oggi rimpianto perché ha modificato l’insieme omogeneo di Corso Libertà. Senza entrare nel merito del valore architettonico del progetto della Generalbau, come FAI, Italia Nostra e Curatorium invitiamo a riflettere sull’approccio immobiliare e urbanistico che, lungi dal mantenerne un contesto urbano armonizzato, gioca con i contrasti che se ben progettati diventano esempi virtuosi come l’Eurac oppure il NOI Techpark. Senza questo criterio tutti i nuovi progetti risulteranno dei monoliti contemporanei calati dall’alto, avulsi da qualsivoglia connessione con il tessuto circostante a danno di qualcosa che fa parte della storia urbana. L’edificio INA non è   un anonimo palazzo residenziale, ma ha una facciata razionalista sagomata sull’asse stradale che circondata da altri edifici coevi, forma un insieme unitario e coerente e che inquadra la silhouette mozzafiato delle montagne. La configurazione razionalista con mattoni e lastre di travertino adegua l’edificio all’architettura dell’Italia dell’epoca e si presenta come cerniera con Corso Libertà. Piaccia o no, il nuovo museo andrebbe a frapporsi tra questi edifici rompendo l’equilibrio architettonico. Se demoliamo le testimonianze di ogni epoca presenti nelle nostre città vi sarà un impoverimento culturale che contrasterà con il desiderio di fare cultura con l’esposizione di Ötzi, un ritrovamento archeologico dall’indiscutibile valore che ogni anno richiama migliaia e migliaia di studenti, ricercatori e turisti. 

Per questi motivi il FAI, Italia Nostra ed il Curatorio per i Beni Tecnici sollecitano le Amministrazioni competenti di mettere sotto vincolo architettonico l’edificio ex INA. Carlo Trentini – Presidente FAI Alto Adige – Südtiro; Simona Altichieri Kettmaier- Past President - Südtirol; Mirko Frainer – Capodelegazione  FAI Alto Adige – Südtirol; Sabine Di Silvio – Presidente di Italia Nostra Alto Adige; Witti Mitterer – Direttrice del Curatorium per i Beni Tecnici Culturali

Il nuovo museo per la mumia a Bolzano secondo un progetto di Renzo Piano
Il nuovo museo per la mumia a Bolzano secondo un progetto di Renzo Piano